A due passi dalle case ai lidi ferraresi si trova la Salina di Comacchio, un luogo che per anni è stato uno dei centri nevralgici per il commercio del Sale.
La puoi visitare in libertà, accompagnato/a da una guida autorizzata che ti racconterà di questo posto magico, una delle mete più visitate da chi ha
appartamenti ai lidi ferraresi.
In questo articolo ti racconteremo la sua storia, dalle origini ad oggi.
Le origini
Tra il IV e il VI secolo A.C, quando ancora esisteva la città etrusca di Spina, la salina di Comacchio era un importante centro produttivo di quello che ai tempi veniva considerato “oro bianco”.
Per arrivare ad una vera e propria regolamentazione del commercio, però, si deve attendere il 715 D.c, quando il Re Liutprando fece redigere un documento in cui dichiarava che i comacchiesi potevano utilizzare gli scali longobardi lungo il fiume Po, pagando dazi e tributi in sale.
Nel 932 D.c si attestò, invece, un evento drammatico: la Repubblica di Venezia, conosciuta anche come la Serenissima, distrusse le saline perché sentiva viva la minaccia concorrenziale del sale di Comacchio e facendo così aumentare i prezzi di quello di Chioggia.
L’influenza di Napoleone
Una volta individuata la tua casa ai lidi ferraresi, fai una passeggiata verso le saline di Comacchio e guardane la morfologia, devi sapere che la si deve all’intervento di Napoleone Bonaparte.
Sotto la supervisione di un generale e del capo salinaro di quei tempi, e naturalmente del lavoro di oltre 3000 soldati, Napoleone decise di rilanciare la produzione di sale facendo realizzare uno stabilimento definito “alla francese”, circondato da argini per contenere l’acqua.
Fu nel 1882 che la Salina venne gestita direttamente dallo Stato Pontificio e iniziò un lavoro continuativo che portò i lavoratori a stabilirsi in zona, creando quella che si può tuttora definire una “comunità della salina” all’interno dello stabilimento, comprensiva anche di una chiesa!
La salina di Comacchio oggi
Oggi la Salina di Comacchio, dopo la forte industrializzazione degli anni ‘60, dove la raccolta a mano venne accantonata a favore delle macchine, ha chiuso i battenti.
Il 1985 fu un anno tragico per l’area perché il Governo decretò la fine dell’attività produttiva.
Il progetto rimase fermo per oltre 20 anni fino a quando venne riaperta un Salina Didattica per presentare alle future generazioni quello che è e sempre sarà a tutti gli effetti un ambiente di un valore inestimabile per le sue peculiarità naturalistiche, ma anche per la valenza storica del sito, teatro di guerre, lavoro e tradizioni.